Il metodo Naqshabandi

La maggior parte delle vie Sufi offre agli aspiranti un graduale svelamento dell'occhio del cuore, compiuto attraverso la pratica del Dhikr, il ricordo di Allah. Questi esercizi spirituali contengono vari Nomi Santi del Signore ed altre potenti formule spirituali. Alcune di esse contengono le pratiche designate ad infrangere il fascino della coscienza mondana ed elevano il praticante ad uno stato di consapevolezza superiore. Molte pratiche includono la ripetizione di molte, moltissime migliaia di frasi sacre, qualcuna connessa con esercizi di respirazione e spesso con movimenti fisici. Senza dubbio, attraverso la costanza e la pratica accurata di questi metodi l'aspirante può sperimentare stati spirituali e raggiungere luoghi inimmaginabili in uno stato ordinario di coscienza, può sentirsi volare verso un traguardo paradisiaco, contemplando le meraviglie del Mistero e gli aspetti nascosti della creazione. 

Se i vostri occhi sono stati aperti a ciò e se vi siete innamorati di quello che avete visto, siete avvisati quindi, che se doveste voi incamminarvi lungo la Via Naqshabandi, le vostre piume colorate saranno tosate e rimpiazzate dall'umile mantello dell'oscurità. Perciò la più grande differenza fra la Tariqa Naqshabandi e le altre é che, mentre le altre vi danno, noi vi portiamo via. Ogni cosa deve andare via: persino la vostra separata esistenza. Prima sarete senza niente, poi sarete niente. Solo quelli che sono preparati ad un tale passo possono essere veramente murid Naqshabandi. 

Il nostro Grandshaykh (q.s.) ci ha spiegato che, fintanto che una goccia sta cadendo dai cieli deve essere chiamata goccia, ma quando cade nell'Oceano non é più una goccia ma l'Oceano. 

Quindi, se qualcuno é interessato a stazioni spirituali e poteri, può continuare a seguire qualsiasi altra via, perché é più efficace per raggiungere quello che cerca. Attraverso la recitazione dei Più Bei Nomi di Allah ognuno riceve il beneficio in accordo con la sua intenzione, ma alla fine, il sincero ricercatore dovrebbe sentirsi in rimorso per aver perseguito tali stati e stazioni. Un giorno percepirà quanto é stato vittima di distrazione dirà: "O mio Signore, ho sprecato me stesso ed ho diretto i miei sforzi a qualcos'altro che Te." 

Sì, se un ricercatore finisce la sua vita in quegli stati rimpiangerà che essi lo hanno distratto dalla ricerca del Volto Divino; perciò ci é stato ordinato di spogliare i nostri seguaci dai loro ornamenti spirituali, così che essi siano presentati al loro Signore in questo modo: "Questo é il Tuo servitore 'nulla'. Oh nostro Signore, accetta il Tuo servitore, perché ha perso se stesso ed é solo per Te." Questa é la nostra somma priorità e l'aiutare i nostri seguaci ad arrivare a tale stato é il nostro dovere. Dovete capire che le esperienze strane e d incantevoli sono lo scenario del viaggio, non lo scopo. Non immaginate di essere in giro per la passeggiata domenicale, no, questa é l'autostrada, la via diretta, non la via panoramica ed abbiamo in mente solo il nostro scopo, come un alpinista diretto verso la vetta del monte Everest. La nostra attrazione per il nostro Beneamato é l'attrazione della farfalla al fuoco: ci buttiamo dentro ad esso. 

Il Profeta Muhammad (S.a.s.) é la nostra Guida ed il nostro esempio. nel suo miracoloso Viaggio Notturno, nel quale fu condotto dall'Arcangelo Gabriele (a.s.) prima dalla Mecca a Gerusalemme e poi su per i sette cieli fino alla Presenza Divina, passò attraverso l'intero universo, ma Allah l'Onnipotente ci informa nel Sacro Corano sulla visione del Profeta (S.a.s.): 

" Il suo sguardo né deviò né trasgredì,  

e, in verità, egli vide il più grande  

dei Segni del Suo Signore."  

(Corano, 53,17-18) 

In altre parole, guardò e contemplò, ma mai lasciò che tali sguardi lo distraessero dall'ascesa alla sua destinazione più esaltata. Il Profeta (S.a.s.) era capace di contemplare tali vedute senza distrarsi poiché il suo cuore era solo per il suo Signore, era il Beneamato di Allah. Noi invece siamo vulnerabili e di debole volontà ed il raggiungere quei traguardi potrebbe essere in accordo con i desideri del nostro ego, per il quale l'annullarsi non é mai una prospettiva attraente. 

Quindi, per procedere con il massimo della protezione sul nostro cammino, il mio Grandshaykh (q.s.) mi informa che la Via Naqshabandi ha un approccio totalmente diverso alla scoperta dell'occhio del cuore. Ci sono molti veli fra noi e le stazioni celesti. Un maestro Naqshabandi toglie questi veli in un modo discendente: iniziando con quello che é più vicino alla Presenza Divina e poi successivamente più giù fino al livello del murid. Questo processo continua con il progresso del discepolo, finché un solo velo lo divide dalla Realtà Divina. Comunque, per proteggere il murid il Grandshaykh non strappa quel velo, per evitare che l'ego del murid indulga in qualcos'altro che il suo Signore. Il velo più basso é il Velo dell'Umanità (hijab ul bashariyya) che verrà levato solamente alla fine, con l'ultimo respiro prima della morte, tempo in cui il murid capisce l'importanza di tenerlo velato e la sua visione giungerà, libera ed intrepida, sino al Più Alto Cielo. 

Nelle altre turuq invece, i veli vengono tolti dal basso e, progredendo nelle pratiche mistiche, via via nuovi veli vengono tolti ed ogni volta il murid scorge un nuovo panorama. Ma quella stessa visione può impedirgli di proseguire e, quando morirà, lascerà questo mondo verso quella stazione solamente. Quelli che raggiungono tali stazioni durante questa vita possono scoprire che sono diventati potenti e famosi tra la gente. Questo é il pericolo: potere e riconoscimento sono condizioni che conducono alla tendenze della temporalità. Potete essere sicuri che l'ego non rimarrà certo con le mani in mano e non perderà tale opportunità per chiedere la sua parte di eccitamento e ammirazione, portando così la sua contaminazione all'intero processo di sforzo spirituale. 

Il mio consiglio é quello di lasciare la popolarità a coloro che la cercano. Se sei un aspirante Sufi ricerca il tuo Signore, non il successo. Guarda cosa disse la più famosa santa donna della storia, la Vergine Maria (R.a.) una volta mentre pregava: 

" Oh, se fossi solo una cosa dimenticata e senza nome! " (Corano, 19;23) 


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